Intervista alla dott.ssa Natalina Gatti, commercialista esperta in startup innovative

Intervista alla dott.ssa Natalina Gatti, commercialista esperta in startup innovative

Gentile dott.ssa, in una precedente intervista Lei ci ha spiegato i meccanismi relativi alla detrazione IRPEF 50% nei limiti del regime de minimis.

La detrazione IRPEF è un’agevolazione prevista dal 01 gennaio 2020 che ha un importo pari al 50% della somma investita nel capitale sociale di una o più start-up o PMI innovative ed è valida solo per le persone fisiche.

La detrazione si può applicare sia che l’investimento venga attuato direttamente, sia nel caso in cui questo avviene attraverso gli organi di investimento collettivo del risparmio specializzati, appunto, in startup e PMI innovative.

Un argomento delicato, che richiede un approfondimento caso per caso e l’intervento di un commercialista esperto in startup, è quello legato alle quote societarie. Infatti, la detrazione IRPEF 50% è possibile solo per coloro che non detengono quote rilevanti della società (25%), a parte il caso in cui il Business Plan non contenga una previsione degli investimenti.

Inoltre, è bene tener presente che la detrazione fiscale prevista per gli investitori (senza quota di controllo) in startup è prevista sull’imposta lorda che il contribuente deve pagare e va praticamente ad abbatterla.

In pratica, questo vuol dire che se si ha un’imposta lorda IRPEF di € 50.000,00, a fronte di un importo di € 100.000,00 investito in startup innovative iscritte al registro della Camera di Commercio, l’investitore può beneficiare del totale abbattimento dell’imposta per l’anno fiscale di riferimento.

La detrazione IRPEF 50% è concessa in regime de minimis e si tratta di una deroga permanente, ma comunque limitata ai vincoli agli aiuti di Stato che, non possono essere concessi e tra i quali, invece, rientrerebbe l’abbattimento delle imposte.

Comunque, ci sono dei limiti da rispettare e le PMI possono usufruire di questa agevolazione se rientrano in tali limiti temporali e finanziari.

Alla singola impresa può essere concessa un’agevolazione per un massimo di 200.000 euro nell’arco di tre anni. Questo, però, si applica alle imprese, mentre gli investitori sono tenuti a rispettare altri requisiti per accedere alla detrazione IRPEF 50%.

Poiché si tratta di un argomento complesso, la soluzione migliore è affidarsi a un commercialista esperto in startup innovative.

Questa è l’unica agevolazione disponibile?

Oltre alla detrazione Irpef 50%, che si applica in casi particolari e con il regime de minimis, sono comunque disponibili altre agevolazioni.

Ad esempio, se non si rientra in questo regime o se i fondi investiti nelle startup superano il limite previsto dalla detrazione IRPEF 50%, allora c’è una seconda agevolazione che spessa a chi investe in startup e PMI innovative, limitata sempre alla persona fisica.

Si tratta della detrazione fiscale dell’imposta lorda IRPEF del 30%. Questa agevolazione si può ottenere anche quando gli investimenti sono molto consistenti, fino ad arrivare ad un tetto massimo di 1 milione di euro, ad esempio e il risparmio annuo può arrivare fino a 300 mila euro.

Inoltre, nel caso in cui la detrazione dovesse superare l’imposta lorda annuale, l’eccedenza può essere riportata a credito entro i 3 anni successivi.

La detrazione IRPEF 30% è stata approvata dalla Comunità Europea, ma ci sono buone possibilità che lo Stato Italia la proroghi fino al 2025. La procedura per usufruire di questa agevolazione, inoltre, è molto più snella rispetto alla detrazione IRPEF 50% perché non richiede la domanda preventiva on-line.

Anche in questo caso, comunque, affidarsi ad un commercialista esperto in start-up è d’obbligo.

Solo le persone fisiche possono ottenere agevolazioni fiscali dall’investimento in Startup innovative?

Oltre alle agevolazioni previste per le persone fisiche, però, ci sono anche formule destinate alle imprese. E’ il caso, ad esempio, della deduzione dall’imponibile IRES.

Quest’agevolazione spetta alle imprese che investono in startup innovative e la deduzione è pari al 30% dell’ammontare investito, fino a un massimo di euro 1,8 milioni annui. In questo caso, si va ad abbattere il reddito imponibile e non l’imposta lorda.

Ad esempio, se un impresa investe in una startup o PMI innovativa € 1.800.000,00 avrà diritto a diminuire l’importo di € 540.000,00.  L’eventuale eccedenza, quando l’importo deducibile è superiore al reddito, può essere cumulata per i periodi di imposta successivi, per un massimo di 3 anni, fino al suo ammontare.

Le imprese investono in startup innovative per diverse ragioni, ad esempio perché sono hanno sviluppato una tecnologia interessante, oppure perché si tratterebbe di una minaccia se acquistata da un competitor. In ogni caso, investire in una startup innovativa può portare ad un enorme beneficio fiscale, ma è necessario farsi seguire da un commercialista esperto in startup.

Tutte le aziende possono investire in startup innovative o alcune sono escluse?

Non tutte le imprese possono investire in startup. Alcuni soggetti, come coloro che sono startup innovative, ma anche organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) o le società di capitali che investono prevalentemente in startup innovative e gli incubatori certificati sono esclusi da questa agevolazione.

In questo modo si evitano le “detassazioni a catena”.  Ovvero l’investimento a catena di più imprese che avrebbero così tutte il beneficio fiscale con una sola immissione di capitale iniziale.

Come si può capire, il mondo delle startup innovative e delle eventuali agevolazioni fiscali è molto complesso e richiede un’approfondita conoscenza del sistema giuridico ed economico.  Il supporto di professionisti adeguatamente formati è assolutamente necessario.

Un commercialista esperto in startup innovative, come Natalina Gatti che, da anni, si occupa di questa forma d’impresa, è la soluzione migliore per far si che il proprio progetto possa avere successo.

Deanna